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giovedì 9 marzo 2006

Il Mio testamento.

Vi vedo tutti riuniti attorno al tavolo del notaio.
Le sedie ben disposte, i libri tutti ordinati nella libreria di mogano,
le penne e il tagliacarte, non lo so me lo immagino così, quasi come lo studio dell'agenzia immobiliare che ho visto quella volta che ho preso casa.

Vi state guardando, un po' indispettiti, non lo so, tutti trepidanti di sapere cosa ho deciso di dire nel mio testamento.
A te lascio i miei occhiali da sole, che hanno nascosto le mie lacrime, quando piansi quella volta, quando avevo due occhi che non potevano essere guardati dalla gente.
A te, si parlo proprio con te, lascio la mia collana d'argento, che persi più volte, e come una calamita tornava sempre, un po' distrattatamente as i am. Tu che vai e che vieni, che lasci senza dire una parola, o che abbandoni lasciando papiri di emozioni, beh, quella è la mia collana, che quando perderai non potrai ritrovare perché mi hai perso per sempre questa volta.
Sto pensando invece cosa posso lasciare a lui. Ho ancora la sua lettera con gli auguri di Natale, ho ancora dentro i miei occhi quel 27 dicembre 1999. Il viaggio, venezia-milano milano-vicenza vicenza-schio. Ho ancora in mente il budino che stavamo per bruciare, ho ancora in mente il piumone blu orizzonte di casa tua. Ho ancora in mente la strada per arrivare a casa tua, e la strada che non ho più fatto da quella volta. Ho ancora in mente. tutto. A te lascio la mia maglia rossa, quella che usavo quel giorno e quelle fotografie che ci siamo fatti a casa tua prima della mia partenza. Non mi stanco mai di rileggere il libro di Neruda che mi hai regalato.
Si ok, non fare il broncio, ora arrivo anche a te.
A te lascio un foglio bianco, dove ci potrai scrivere tutti i nostri ricordi e poi quando avrai finito di scrivere, me lo porterai sulla mia tomba, lo leggerai ad alta voce, lo poserai a terra e lo sepellirai con me. Quella sera in spiaggia, quella sera abbracciati camminando in riva alla laguna, quel pomeriggio in piazzola.
Sono tutti ricordi che ti te porterò per sempre, e non credo che tu necessiti di un ricordo materiale, ma forse io ho bisogno di qualcosa che sia mio e che sia tuo allo stesso tempo. Mi lascerai le tue parole che vagheranno per sempre tra le onde del mare.
Eh si ora arrivi tu, che sei una persona che è riuscita a farmi ancora una volta a farmi emozionare. Mi ricordo quando arrivai a Bolzano, tu come sempre in ritardo, io che aspettavo davanti alla stazione con i miei se e con i miei ma. Bus fino a casa, e poi quella notte a guardare le stelle, ci stringevamo assieme nella tua laives, dove guardavamo tutta la città dalla chiesetta, e ci domandavamo che cos'è l'amore. Non c'era amore quella sera, c'erano solo 2 ragazzi che volevano stare bene assieme, che si scambiavano sguardi proibiti. Poi giù in mezzo al bosco, sul ponticello. La paura di una macchina ferma. A te regalerò i miei biglietti del treno. So che tu butti via queste cose ma io no, conservo tutto, ci scrivo il nome di quella persona importante che sono andato a trovare. Ricordo quando sono salito sul treno, pensavo di non rivederti, ma l'amicizia è qualcosa di così grande, ci tiene ancora uniti. I sentimenti cambiano, ma non per questo dobbiamo abbandonare noi stessi a strade diverse.
Tu che sei il mio migliore amico, che mi conosci e non mi conosci, ti lascierò la cosa che è a me più cara. Il mio diario con la copertina nera, con l'adesivo a stella un po' comunistello. Il diario bianco che mi ha regalato mio padre quando eravamo sulle strade di Germania, e che finì di essere vuoto nuovamente in terre teutoniche. Quel diario è stato mio compagno di viaggi, sa tutto di me come tu non hai saputo mai, ma tu sei l'unico che può leggere quelle mie parole, da adolescente, da ragazzo, da bambino. Quelle sono le mie storie, i miei urli disperati, o forse semplicemente, i miei ricordi. Tu che mi stai ricordando ora avrai un piccolo pezzo di me. Lo custodirai avidamente, perché tu sei la mia cassaforte, sai in realtà chi sono e cosa sono, sai dove sono stato quel giorno, nello stupore di tutti. Abbi cura di questo oggetto, mio personale.
Il mio testamento finisce qui per ora, odio fare il moralista, o forse lo sono già di mio e non me ne sono accorto. A tutti gli altri dono un sorriso che ho condiviso con loro.
Portatemi dei fiori, non voglio orchidee, ma solo margherite dei campi di montagna.
Con affetto,
Giacomo

11 commenti:

Anonimo ha detto...

a me hai regalato molto più di un sorriso, queste parole: le tue emozioni i tuoi ricordi..

Anonimo ha detto...

Ora che te ne vai
non fai piu rumore
non fai nessun dolore
non c`e nessuna grazia
e un ago dritto al cuore.

Sappi che ho cercato in internet notizie di possibili suicidi in veneto: scemo! Abbiamo ancora un caffè da consumare. :p

Anonimo ha detto...

quando la morte mi chiamerà
nessuno al mondo si accorgerà
che un uomo è morto senza parlare
senza sapere la verità
che un uomo è morto senza pregare
fuggendo il peso della pietà


Il discorso è... immaginare il proprio testamento, o quello che gli altri faranno quando non ci saremo più (lo faccio spesso) non è forse il desiderio delle cose che vorremmo dire in vita, cogliendone anche i frutti, ma che non abbiamo coraggio di fare perché non si fa?
Ci sono cose per cui preferiamo immaginare la morte, che la vergogna delle cose socialmente inconvenienti?
La mia risposta è sì, e mi preoccupa.
Ciao, Gian

Anonimo ha detto...

Le parole per momenti come questi, momenti in cui l'imprevedibilità dell'uomo arriva a colpire dritto il cuore di chi ne è coinvolto, sono riduttive.

Mi permetto solo di dire che mi auguro con tutto il cuore, davvero, che la serenità viva nel tuo cuore per quanto più ti sarà possibile nel resto delle nostre piccole vite...e soprattutto la tua...con affetto. G

Anonimo ha detto...

Siamo alle solite...nessuno che lasci due soldi in eredità!

Tsk!

E se poi ti re-incarni in un qualche animale strano? chessò...un dugongo? o un gerbillo?
son mica problemi da poco!
Chiamo la Ferrero...che mi par che ti siano finite le scorte....

Drew

Anonimo ha detto...

Davvero toccante, questo post.
Mi ha dato i brividi. E non lo dico solo per farti piacere.

Anonimo ha detto...

Beh,la mia risposta te l'ho data in diretta...terribilmente meraviglioso e struggente...ehm,però avrei una riserva...non è che mi potresti designare come notaio?no,eh?va bene,grazie lo stesso!

Francesca

ps:Drew è un mito!

Jacko83 ha detto...

DoLceMoneLLa: posso regalarti solo tristezze ora. mi dispiace.

PeroChan: il caffé attende. E se mi faccio fuori, tranqui daro' sul tuo blog la notizia in anteprima!

acaso : non so se è il coraggio che manca.

G. : sai per quello che provo per te che le tue parole assumono un significato importantissimo, che porterò sempre con me, perché la nostra amicizia è un elemento che farà sempre parte di me.
grazie. grazie ancora.



Andrew: e che ti lascio? Di soldi nn ne ho, al massimo i libri di casa mia..
Ho finito le scorte cmq.
sarà per quello :D


Ilaluna84: già. Ogni parola è un brivido anche per me, è come rivivere quelle situazioni, che non ricapiteranno mai nella tua vita.

Francesca: Non so se ti faccia bene leggere il mio blog, ho paura che al prossimo post ti venga un attacco di cuore..

Anonimo ha detto...

Jacko tutto a posto???
noto una struggente malinconia, mi
sono trovato anche io nella tua situazione
alla tua età. Tutto quello che posso
dirti è: pensa che il domani può essere
un giorno migliore.

Ciao!!!

Anonimo ha detto...

mi ha sbattuto fuori dal letto. il mio respiro gli dava fastidio. ultimamente la cocaina mi fa uscire sangue dal naso, e dato che non ho piu le forze per tamponarlo lascio sgorghisicoagulimiaddormenti. e il mio respiro diventa affannoso, l'aria si deve far strada tra le croste di sangue. la mia aria, il mio sangue. (toglietevi quegli sguardi toccati, so semplicemente usare bene gli agettivi).
Scazzato mi ritrovo in salotto. Il piercing mi fa male: ieri sera ho scopato duro, e così pure le mie mani: la fottuta tazza da tea dell'Ikea appena la togli dal microwave è bollente.
Accendo il portatile e leggo la tua mail. La Patty canta che non vuole morire. A Lugano c'è il solito sole gelido che imbianca l'azzurro del cielo. Sanguini tu, snaguino io. Tu mi lasci una maglia rossa e io vesto un maglione rosso. Le sinapsi cominciano a farmi susseguire una serie di immagini rosso sangue.
***
"e dimmi che non vuoi mOrire... tatara".
***
Anch'io ho passato le fasi suicide, a 15 ho ingoiato una scatola di pastiglie per anemici, a 19 ho fatto un overdose; ho passato le fasi omicide, ma mia madre è sempre sopravvissuta; poi quelle paranoiche, in cui cerchi di sapere se se vivo e capire cosa vuol dire; mi sono prostituito; ho preso psicofarmaci; e poi probabilmente ho fatto tante altre cose che lascieranno te (e te-altro che leggi) con la solita aria di sospiro, perplesso, toccato, e penserai (te jacko) come sono cambiato, magari decaduto, con la faccia segnata, e bla. E invece no. Sono un bel ragazzo, e non lo do a nessun altro che al mio fidanzato, sogno di prendere due lauree: una in design e una in matematica. Venerdi sono tornato da una settimana in kenya con mia madre. Ho intenzione di ritornare a vivere a londra. Con lui, di avere una bella casa, sposarci e avere un bambino, o due. Ho paura di non riuscire a realizzarmi, di trovare un lavoro. Mi domando tante cose, certe me le dimentico e ad altre non rispondo.
Ci passano tutti, piu o meno, o quasi, jacko per ste fasi. I blog sono nati per questo. Per lasciar fluire quel che ti passa per la testa senza i filtri (= fatica) della ragione, del pudore. Pare di scrivere a te stesso ma in realtà sai che qualcuno, un mondo, ti -potrebbe- leggere. E la cosa ti gasa. E insito nell'uomo occidentale, questo schifoso bisgono di farsi conoscere nella società, di farsi RIconoscere. Per non parlar poi di giudicare, essere giudicato... insomma essere sulla bocca di tutti. Classico fenomeno omosessuale.
E per la cronaca è anche inutile pensare che il segreto della vita è trovare "il giusto equilibrio": poter controllare i flussi che intervengono tra l'inner side di te e la società.
Quindi perchè non la smetti di scrivere di te?
Se hai la voglia, scrivi e pubblica. Ma non essere cosi volgarmente autoreferente. Fai fatica. Centellina le parole. Metafora.
Vuoi che gli altri sappiano di te?
Estremizza.
Io ho messo una webcam in camera 24/24h...

RUN !

(Rispondo infine alla domanda della mail. Si mi ricordo di te. Spesso mi viene in mente di scriverti ma magari non ho il portatile o boh. Un po' ti invidio, sembri essere riuscito ad andartene molto in giro, hai dei genitori utili,...)


Mattia Jakob Dal Pozzo.

Jacko83 ha detto...

ci ho messo giorni a pensare a cosa rispondere.

Non credo che scrivere qua sia lasciare che la fatica sia per qualche istante lasciata a se stessa. Non la vedo cosi.
Scrivo qua per me, che poi altri leggano o meno è una cosa assolutamente interessante per capire se quelle emozioni che proviamo possono dire qualche cosa anche ad altre persone, oppure se sono l'unico a passare determinati momenti tra realtà diverse. Io credo di averti conosciuto poco prima della fase psicofarmaci,quella in cui ho impiegato 1 anno e mezzo per rivederti. Non ho mai pensato che sei decaduto, non ho mai pensato tutto quello che da altri ho sentito dire, e sai che é così perché non ho mai smesso di cercarti, per capire tante cose. So quanto sei una persona piena di risorse, quanto tu possa dare a una persona, spero che riuscirai a realizzare i tuoi sogni. Non mi gasa nulla, l'unica cosa che ancora mi gasa è correre. Non sono la lecciso o altro, non voglio essere sulla bocca di tutti, dovresti saperlo tutto sommato, non sono un classico fenomeno come lo hai definito tu. Sono tante altre cose. Hai voluto una risposta pubblica. eccola. Non smetterò di scrivere di me perché questo è il mio blog. Tutto qui. Scrivo tante altre cose, ma le scrivo sulla carta, danno altro significato a tutto il resto.
Tengo questo stile, lo cambio ogni tanto, certe volte esprimo idee con poche parole, altre volte devo scrivere infiniti passaggi.
Mi fa piacere che tu riesca a ricordarti di me.. anche se quello che é stato ha una data assai remota. Stammi bene.
J.