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domenica 1 ottobre 2006

Semiotica per una maglietta

Il mio articolo per il sito di Teachme 3 edizione


L’impatto visivo di una maglietta certamente è un tema che ha sviluppato sempre un certo interesse, essendo veicolo di un messaggio non verbale ad alto contenuto immediato, nel caso in cui il messaggio in poche parole riesca ad esprimere un significato molto forte e incisivo.

Credo che il raggiungimento del nostro briefing possa essere quando un passante, dedicherà qualche secondo a quel tema che indossiamo. Se lo ricorderà? Ne parlerà?
Sono le stesse regole che determinano una pubblicità vincente. Tutto sommato è come dire, vendiamo un messaggio, aspettando che l’occhio lo compri con uno sguardo, che può essere critico, oppure svogliato, ma la cosa fondamentale è che il messaggio veicoli e si sedimenti all’interno della nostra materia grigia.
Come diceva una persona che reputo uno dei creativi più geniali, Paul Arden, uno slogan vincente è il riassumere con una frase l’immagine che il cliente vuol dare di sé (ma non è in grado di formulare), in questo modo l’avrà certamente in pugno.
Se i ragazzi dei Tank boys ci hanno dato i mezzi per eseguire la parte pratica ovverosia quella della stampa con i vari metodi che hanno già elencato, è interessante secondo me fare un piccolo ragionamento sul messaggio, che poi alla fine verrà realizzato all’interno della maglietta.
Se il tema di questo workshop è comunicare l’oggetto, si può fare una piccolissima analisi semiotica su quello che sta attorno all’immagine che verrà poi posta sulla maglietta.
Per costruire una immagine possiamo creare un processo narrativo che la compone.
Questo processo è composto dalla contrapposizione del Soggetto e dell’Oggetto, del Destinante e del Destinatario che all’interno del percorso vengono chiamati in gergo tecnico attanti narrativi.
Che ruolo daremo al nostro messaggio? Come lo faremo veicolare in modo chiaro?
La coerenza e la leggibilità del nostro testo diventano elementi fondamentali che risulteranno gratificanti se alle spalle avranno un tema vincente.
Il tema diventa un hyperlink tra la grammatica narrativa e le strutture che compongono il discorso.
Con questo esempio forse risulterà più chiaro:
Valore: Famiglia
Tema: (due elementi scelti tra mille che ci possono essere) Casa, lontananza.
Se penso ad uno slogan che si adatti a questo esempio credo che la celebre frase “dove c’è Barilla c’è casa” si adatti in modo perfetto. Partendo da una analisi a ritroso, fatta qua in modo veloce ed esemplificato, possiamo vedere come le idee che girano attorno allo slogan finale di una pubblicità, ma come può essere quello di una maglietta, possano essere analizzate a livello semantico.
Abbiamo girato attorno all’oggetto per poi comporre la fase finale, anche grazie alle piccole meraviglie della nostra lingua italiana.
(Si veda anche: Patrizia Magli, Semiotica: teoria, metodo, analisi, Marsilio, Venezia 2004)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ok....hai aperto una agenzia di comunicazione e marketing...e adesso? che pubblicizzi? che scrivi?

MA SOPRATUTTO...tutta sta fatica a stampar magliette...non fai prima ad avvicinare uno e dirgli "scopiamo?"

affettuosamente.

Drew the insane good boy

Anonimo ha detto...

Articolo molto interessante e ben scritto.

Mi permetto, però, una piccolissima osservazione:

Io, al posto tuo, avrei tagliato la seguente parte:

"Questo processo è composto dalla contrapposizione del Soggetto e dell’Oggetto, del Destinante e del Destinatario che all’interno del percorso vengono chiamati in gergo tecnico attanti narrativi."

La trovo infatti di difficile comprensione per chi non ha mai studiato semiotica, mentre un articolo dovrebbe generalmente arrivare a tutti.

Tra l'altro, togliendo questa frase, il contenuto generale non viene mutato. E l'intero pezzo risulta più scorrevole e chiaro.

Ma ripeto: non vuole affatto essere una critica. Al contrario, è un'osservazione che faccio perchè, quando sottopongo alla lettura le cose che scrivo, sento il bisogno di riflessioni lucide e costruttive. :)

Anonimo ha detto...

per ilaluna84...
ci sono già i reality per tutti quanti, fruibili gratuitamente e passivamente. Se anche ogni tanto ti viene chiesto di rileggere una frase e schemtizzarla in testa, su dai, sei un essere. cogito ergo sum.

che tristezza.

PS: sa un po di aria fritta, ma è carino.



DOUBLEYEAR