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lunedì 11 dicembre 2006

ma forse la fermata finale esiste.


Guardando da fuori.
Forse si sto guardando la mia vita solo da pochi minuti da fuori.

Uno sguardo rapido, senza rumori,
uno sguardo che diventa in qualche modo un segno fatto con la testa, un cenno e poi diventa altro, perché la distrazione colpisce.
Sono ancora sul mio treno, la fermata finale non è arrivata, ma sembra che dopo questo lungo tunnel, ci sia davvero la luce. Tutti i miei problemi, che all'alba sembravano così inarrivabili, ora stanno lentamente giungendo al pomeriggio tardo. Il tramonto è ancora lontano, se è questo che ci domandiamo, un po' quello estivo delle otto e mezza di sera, quando facevo il bagnino in Grecia e vedevo tramontare, dall'alto del bar della baia di Karavostasi, questa enorme palla di fuoco dietro le colline dell'isola di Corfù. Ho deciso che mi manca ora il mare, che strano, dopo tutta l'estate a rincorrere sogni chiusi dentro bolle di sapone che non volevano sapere di scoppiare, quello che alla fine è esploso sono stato io.
Rinunce, ho pianto in questi mesi, questo settembre, ottobre, novembre. Tre mesi che durano un anno intero. Forse tutti gli altri nove sono stati scanditi dal tempo in modo ineguale, cambiamenti, giri e quant'altro. Ho in mente parecchie cose, non sono certo i buoni propositi per l'anno nuovo, perché il mio futuro si costruisce strada facendo.
Si semina quando meno pensiamo di farlo, perché la vita non segue il tempo delle stagioni, segue solo l'orologio dei nostri pensieri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono contenta che tu cominci a intravvedere la luce. Vale la pena di soffermarsi qualche istante aguardarsi dall'esterno, qualche volta. Aiuta a conoscersi meglio, a capirsi. Ma non deve accadere troppo di frequente. Perchè, in fondo, è bello anche vivere da dentro.

(ma ha senso, poi, quello che ho scritto?)