- - - - F O T O G R A F I E - P A R O L E - I D E E - - - -

www.flickr.com

giovedì 31 gennaio 2008

Le Trasmissioni sono riprese.

Ho letto solo "Ninna Nanna", mi disse, con quel suo sguardo di sufficienza che lasciava un po' tutti interdetti, quando si cercava di dialogare con lui. "Quell'altro la che mi hai detto, beh si un titolo che si dimentica facilmente devo dire, non mi interessava più di tanto". Era seduto sul divano, color argento, probabilmente nuovo, uno di quelli che vedi in televisione, tra le mille offerte, anche se si vedeva che il design era curato, a differenza di lui, che vestiva una maglietta bianca con una macchia abbastanza visibile al centro, frutto del pranzo di mezzogiorno. Mentre guardava suo fratello, disteso in divano, si mise a pensare a come la vita era cambiata. Ritrovò un vecchio volantino, di quando faceva l'attivista politico a scuola. "Contro la repubblica delle banane", sospirò facendo una mezza risata, pensando a come era emerso quel nome. "Doveva averlo detto Agnelli, quando era ancora vivo", disse tra se e se. Iniziò a scorrere i nomi, che con lui avevano fatto la storia di quell'anno scolastico. L, O, G, O, N, N, M e G.
G era diventato uno dei suoi migliori amici, con uno sguardo sconsolato rifletté che aveva perso completamente ogni contatto con lui. "Come cambiano le cose, erano i tempi di Dawson's Creek e delle uscite con i compagni al sabato, quando si era ancora ingenui", mentre si immaginava il giorno che lo aveva conosciuto, in campo San Salvador: era seduto sulle passerelle dell'acqua alta, erano le otto circa, e dovevano andare ad una festa, di E e G, dentro le sale del Patronato vicino alle mercerie. N era sparita per un pò di tempo: l'ultima volta che ci parlò, aveva gli occhi stanchi. "Sai, ho smesso di andare al Sert, voglio rincominciare, credo che partirò per la Francia". L'altra N, che era stata vicino a lui per molto tempo durante le superiori, era passata di corsa per strada l'altro giorno, sfiorandolo. "Ciao scusa devo andare", e N ritornò a parlare al telefonino. L lo saluta sempre cortesemente, ma con un certo distacco. "Ciao.". M invece, ha sempre la sua solita faccia, da guerriera 24 ore al giorno, come se il comunismo non fosse mai finito e ci fosse ancora Bertinotti segretario del partito. Gli altri, beh non erano nessuno allora, figuriamoci oggi.
Sono passati già 6 anni. "Hai finito di farti le tue solite pippe mentali? Non dire che non lo stai facendo, perché sei in piedi con quel foglio da almeno mezzora, senza dire una parola, certo che sei proprio fuori tu", sbuffò suo fratello dal divano.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anch'io mi fermo spesso a ripensare al passato e a come le cose cambiano. Ogni tanto è bello!

Come questo racconto.

Dario ha detto...

Complimenti giacomo.
Bel sito