Vi vedo tutti riuniti attorno al tavolo del notaio.
Le sedie ben disposte, i libri tutti ordinati nella libreria di mogano,
le penne e il tagliacarte, non lo so me lo immagino così, quasi come lo studio dell'agenzia immobiliare che ho visto quella volta che ho preso casa.
Vi state guardando, un po' indispettiti, non lo so, tutti trepidanti di sapere cosa ho deciso di dire nel mio testamento.
A te lascio i miei occhiali da sole, che hanno nascosto le mie lacrime, quando piansi quella volta, quando avevo due occhi che non potevano essere guardati dalla gente.
A te, si parlo proprio con te, lascio la mia collana d'argento, che persi più volte, e come una calamita tornava sempre, un po' distrattatamente as i am. Tu che vai e che vieni, che lasci senza dire una parola, o che abbandoni lasciando papiri di emozioni, beh, quella è la mia collana, che quando perderai non potrai ritrovare perché mi hai perso per sempre questa volta.
Sto pensando invece cosa posso lasciare a lui. Ho ancora la sua lettera con gli auguri di Natale, ho ancora dentro i miei occhi quel 27 dicembre 1999. Il viaggio, venezia-milano milano-vicenza vicenza-schio. Ho ancora in mente il budino che stavamo per bruciare, ho ancora in mente il piumone blu orizzonte di casa tua. Ho ancora in mente la strada per arrivare a casa tua, e la strada che non ho più fatto da quella volta. Ho ancora in mente. tutto. A te lascio la mia maglia rossa, quella che usavo quel giorno e quelle fotografie che ci siamo fatti a casa tua prima della mia partenza. Non mi stanco mai di rileggere il libro di Neruda che mi hai regalato.
Si ok, non fare il broncio, ora arrivo anche a te.
A te lascio un foglio bianco, dove ci potrai scrivere tutti i nostri ricordi e poi quando avrai finito di scrivere, me lo porterai sulla mia tomba, lo leggerai ad alta voce, lo poserai a terra e lo sepellirai con me. Quella sera in spiaggia, quella sera abbracciati camminando in riva alla laguna, quel pomeriggio in piazzola.
Sono tutti ricordi che ti te porterò per sempre, e non credo che tu necessiti di un ricordo materiale, ma forse io ho bisogno di qualcosa che sia mio e che sia tuo allo stesso tempo. Mi lascerai le tue parole che vagheranno per sempre tra le onde del mare.
Eh si ora arrivi tu, che sei una persona che è riuscita a farmi ancora una volta a farmi emozionare. Mi ricordo quando arrivai a Bolzano, tu come sempre in ritardo, io che aspettavo davanti alla stazione con i miei se e con i miei ma. Bus fino a casa, e poi quella notte a guardare le stelle, ci stringevamo assieme nella tua laives, dove guardavamo tutta la città dalla chiesetta, e ci domandavamo che cos'è l'amore. Non c'era amore quella sera, c'erano solo 2 ragazzi che volevano stare bene assieme, che si scambiavano sguardi proibiti. Poi giù in mezzo al bosco, sul ponticello. La paura di una macchina ferma. A te regalerò i miei biglietti del treno. So che tu butti via queste cose ma io no, conservo tutto, ci scrivo il nome di quella persona importante che sono andato a trovare. Ricordo quando sono salito sul treno, pensavo di non rivederti, ma l'amicizia è qualcosa di così grande, ci tiene ancora uniti. I sentimenti cambiano, ma non per questo dobbiamo abbandonare noi stessi a strade diverse.
Tu che sei il mio migliore amico, che mi conosci e non mi conosci, ti lascierò la cosa che è a me più cara. Il mio diario con la copertina nera, con l'adesivo a stella un po' comunistello. Il diario bianco che mi ha regalato mio padre quando eravamo sulle strade di Germania, e che finì di essere vuoto nuovamente in terre teutoniche. Quel diario è stato mio compagno di viaggi, sa tutto di me come tu non hai saputo mai, ma tu sei l'unico che può leggere quelle mie parole, da adolescente, da ragazzo, da bambino. Quelle sono le mie storie, i miei urli disperati, o forse semplicemente, i miei ricordi. Tu che mi stai ricordando ora avrai un piccolo pezzo di me. Lo custodirai avidamente, perché tu sei la mia cassaforte, sai in realtà chi sono e cosa sono, sai dove sono stato quel giorno, nello stupore di tutti. Abbi cura di questo oggetto, mio personale.
Il mio testamento finisce qui per ora, odio fare il moralista, o forse lo sono già di mio e non me ne sono accorto. A tutti gli altri dono un sorriso che ho condiviso con loro.
Portatemi dei fiori, non voglio orchidee, ma solo margherite dei campi di montagna.
Con affetto,
Giacomo